Viaggio d’Inverno a Bologna

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by

Roberta Cortese
in

Appunti fotografici di una viandante sui sentieri del Festival Focus Jelinek.


Con un grazie particolare alla sua direttrice artistica, Elena di Gioia.

Cos’è che si muove, cosa si muove con me, cos’è che mi smuove? Non può essere la mia ombra, l’ho depositata al passato, era dietro di me tutto il tempo, l’ho superata più volte, non voleva venire, non voleva venir via con me.
Le banderuole cigolano al vento, lì c’è uno che le gira, lì ci han girato su, non vedete? […] Anche la sposa si gira adesso, la fanno girare, in una danza pesante, una danza lenta, ché non le caschi giù nulla da sotto il vestito.
È inquietante. Mentre cammino mi si fa avanti uno, dice che io non ci sono già più, […] che devo essermi scivolato via dalle dita, perché quando mi ha visto ero già da un’altra parte, più avanti, e poco dopo non mi ha visto più. Ma se sono qui!, grido.
Qui c’è la traccia di un passo e ora non c’è più, si interrompe al furgone bianco che nessuno conosce, che solo il suo proprietario conosce. Cerco invano. Piedi bambini hanno vagato qui intorno e poi appunto si interrompe la loro traccia.
Buongiorno, signor ospite. Lei è qui, ma da noi Lei non ci può essere, altrimenti La dovremmo vedere.
Io voglio la mamma. E le possibilità dell’amore estremo che lei mi ha offerto.
Ma sono tutte occupate le camere in questa casa? Buonanotte. Il freddo ostello in cui sono stato invitato adesso può chiudere.
Bene. Eccomi qui con la mia vecchia ghironda, sempre la stessa. Chi vuole sentire le stesse cose? Nessuno.
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