Tragedia in atto di Marzia Migliora

Questo post è di inaugurazione, visto che non posso essere personalmente a Bordeaux, dove da oggi sarà possibile visitare l’installazione di Marzia Migliora, installazione per cui ho molto felicemente prestato la mia voce.
È stato un bel lavoro, trovo sempre interessanti le combinazioni tra ‘discipline’ diverse, soprattutto quando a dirigere i lavori ci sono persone con idee forti come quelle di Marzia.
Con questa installazione si è confrontata per la prima volta in maniera diretta con il teatro, aiutata dalla scrittura di Elena Pugliese e dalla competenza nonché follia geniale di MyBossWas e Minus&Plus.

Tutti i credits nell’immagine, più sotto la sinossi.
Un grazie ancora a Marzia e per oggi… merda.

Il progetto site-specif Tragedia in atto (La tragédie se déroule encore et encore) di Marzia Migliora, realizzato in occasione di Eventò 2011, utilizza oggetti della collezione del Musée d’Aquitaine per ricreare nel museo stesso un teatro immaginario negli spazi del giardino interno e del corridoio adiacente ad esso.
L’installazione è costituita da una serie di poltrone originali del Grand Théâtre de Bordeaux poste davanti alle cinque portefinestre che danno sul cortile interno. Alle spalle delle poltrone sono allestite alle pareti delle grafiche raffiguranti scene legate alla schiavitù, datate tra ‘700 ed ‘800, facenti parte della collezione Chatillon. Dalle finestre lo spettatore vede il giardino in cui una luce al neon rossa segna il perimetro di un palco immaginario.
Tutti gli elementi dell’installazione sono legati tra loro cromaticamente tramite il colore rosso che caratterizzava le Grand Théâtre intorno alla metà del diciannovesimo secolo.
Quando il fruitore prende posto su una delle poltrone una cassa acustica, grazie ad un sensore, diffonde un breve audio che introduce una riflessione sullo schema rigido ed immutabile della tragedia greca (prologo, parodo, esodo…) vista come punto di partenza per ripensare all’inevitabile ripetersi della storia e dei suoi errori. Spetta quindi al fruitore, posto innanzi ad una scena vuota, il compito di stilare l’esodo della tragedia.
L’opera è un invito aperto alla riflessione che utilizza come metafora Il teatro greco, arte sociale per eccellenza, nel tentativo di portare in scena i problemi legati al rapporto con l’”altro”.

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